Storia – Interski e Sviluppo delle Tecniche

Interski e sviluppo delle Tecniche

Negli anni ‘50 le scuole di sci dei vari paesi alpini, che per anni avevano interrotto i loro contatti, sentirono il bisogno di confrontarsi, stimolate dalla crescente domanda del pubblico e dalla ripresa delle attività agonistiche. Nel 1951 fu organizzato il primo Congresso Internazionale di Sci, denominato “Interski”, e da allora questa importante manifestazione si tiene regolarmente circa ogni quattro anni in diverse località del mondo.Lo scopo era (ed è tuttora) il confronto tra le tecniche e i metodi di insegnamento elaborati dalle scuole di sci di tutto il mondo al fine di stimolare nuovi progressi.Le scuole di tutte le nazioni, per questioni di prestigio e di promozione turistica, si sono impegnate a studiare nuove proposte didattiche, ispirate in gran parte alla gestualità dei migliori atleti del momento; questi, a loro volta, spiegano nel modo più funzionale tracciati e nuovi materiali. Queste “Olimpiadi dei maestri di sci” danno la possibilità di analizzare tutte le innovazioni tecniche proposte dalle varie nazioni. A Zakopane 1959 (Polonia), gli austriaci guidati da Kruckenhauser insistono sul “corto raggio”, caratterizzato da un’accentuata azione di contro-spalla, che consentiva di ruotare i piedi molto velocemente, ma già al Bondone nel 1962 questa esasperazione si ridimensiona. Nel 1965, a Bad-Gastein, la scuola italiana gradualizza questo brusco movimento proponendo per la prima volta la “serpentina”. Nell’Intersky di Garmisch-Partenkirchen del 1971, gli italiani misero a punto il movimento di “anticipazione” (che consente l’interpretazione della sciata in assorbimento tra le gobbe – cavallo di battaglia degli austriaci). Con questa proposta la scuola italiana venne inserita tra le grandi dello sci. La progressione che ne scaturì fu la naturale applicazione della nuova tecnica e vennero introdotti esercizi inediti e brillanti, tra cui il superparallelo, massima espressione motoria di una curva ampia, veloce e ideale per far evolvere buoni sciatori verso l’attività agonistica. Vennero introdotti per la prima volta il piegamento e la distensione abbinati all’angolazione e all’anticipazione. Questi quattro nuovi movimenti sarebbero stati fondamentali anche negli anni a venire. Contemporaneamente gli svizzeri proponevano molti esercizi con gli sci corti (cut), di gran moda in quegli anni. L’anticipazione divenne maggiormente dinamica a Zao nel 1979.A Sesto Pusteria (1983) gli americani, divisi al loro interno tra correnti diverse, fnirono col proporre uno sci molto intellettualizzato, al limite dell’autosuggestione: un forte coinvolgimento psicologico era considerato necessario per ottenere esecuzioni di alto livello estetico. Poco dopo l’Italia, in una tournée giapponese (Shiga-Kogen 1985), mise a punto la “conduzione”, curva cardine per la successiva “supertecnica”, che venne presentata nel 1991 al XIV Interski di St. Anton, culla della storica Scuola dell’Arlberg. In quegli anni e con gli attrezzi allora disponibili, non era possibile realizzare curve condotte sugli spigoli senza sbandamento, se non a velocità eccessive per la circolazione sulle piste. Le esigenze agonistiche e commerciali indussero le aziende produttrici di materiali a creare gli sci “carving”: in campo tecnico e didattico, gli svizzeri furono i primi a comprendere l’importanza di questa innovazione, precorrendo di conseguenza le successive trasformazioni nell’insegnamento dello sci. E arriviamo al 1995 a Nozawa-Onsen: la supertecnica acquista maggiore dinamicità sfruttando fnalmente l’attrezzo sciancrato che consente la migliore interpretazione di curva, mentre negli esercizi base l’impostazione esecutiva si avvicina alle esigenze dell’allievo. Con la trasformazione dello sci in sport di massa si rende necessaria un’attenzione sempre maggiore alla sicurezza sulle piste e alla didattica: durante l’Interski di Beitostolen (Norvegia), 1999, ma soprattutto nel successivo appuntamento di Crans Montana (Svizzera), l’attenzione si concentra anche sugli aspetti ludico-didattici dello sci, tanto che nell’edizione del 2003 alle rappresentanze nazionali viene assegnato il tema di riflessione “Sciare divertendosi”. Le nuove tecniche e i nuovi materiali richiedono ai maestri di sci un ruolo formativo sempre più importante, soprattutto in relazione ai bambini e ai giovani: a YongPyong (Korea), nel 2007, l’Italia può dimostrare di aver ben recepito questa esigenza, presentando nel testo tecnico “Sci italiano 2004” una progressione tecnico-didattica pensata in funzione degli allievi e non soltanto dell’obiettivo tecnico. Oggi nel campo dell’insegnamento, la “progressione italiana” è considerata particolarmente efficace: l’Interski di St. Anton del 2011 è l’occasione per riflettere sulle più recenti conoscenze, che questo lavoro intende organizzare.