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Bronzo Curva Base

Descrizione
Dalla curva precedente, diminuendo l’angolazione, iniziare l’azione rotatoria degli arti inferiori nella traiettoria di curva, mantenendo la perpendicolarità del corpo con il pendio.
Proseguire la curva, modulando l’azione rotatoria in angolazione.
Il busto collabora al mantenimento dell’equilibrio e al controllo dell’inerzia rotazionale.
Eseguire la curva successiva con le stesse modalità.

Commenti
– Nella prima parte di curva, ridurre la presa di spigolo sfruttando la diminuzione dell’angolazione e contemporaneamente iniziare l’azione rotatoria degli sci nella traiettoria di curva, rimanendo il più possibile perpendicolari sulla base di appoggio.
– Nella seconda parte di curva, controllare l’azione rotatoria tramite l’angolazione
– A fine curva l’asse sagittale del busto dev’essere rivolto verso la punta dello sci esterno, mentre l’asse trasversale delle spalle si trova parallelo con il pendio: questo determina i presupposti per iniziare la curva successiva.
– I movimenti verticali (piegamento – estensione), saranno più o meno marcati in relazione alla consistenza della neve, che ostacola o favorisce l’azione rotatoria dei piedi.

Bronzo Virata

Descrizione
Dalla curva precedente, diminuendo l’angolazione e sfruttando l’azione rotatoria degli arti inferiori nella direzione della nuova curva, assumere la posizione a spazzaneve.
In prossimità della massima pendenza, riavvicinare lo sci interno a quello esterno, controllando l’azione rotatoria tramite l’angolazione.
Il busto collabora al mantenimento dell’equilibrio e al controllo dell’inerzia rotazionale.
Eseguire la curva successiva con le stesse modalità

Commenti
– Nella prima parte di curva, è importante aprire contemporaneamente le code in modo non troppo marcato, tenendo le punte ravvicinate. Mantenere la muscolatura decontratta e la perpendicolarità con il pendio.
– In prossimità della massima pendenza, il riavvicinamento si esegue facendo scivolare lo sci interno, posizionandolo parallelamente a quello esterno.
– L’azione rotatoria degli sci si controlla tramite l’angolazione, che determina una maggior presa di spigolo.
– Per controllare l’inerzia rotazionale, rivolgere l’asse sagittale del busto verso la punta dello sci esterno. Questa azione favorisce l’inizio della curva successiva. 
– Durante l’azione rotatoria, il carico deve essere distribuito su entrambi gli sci, utilizzando in maniera ottimale la parte alta del corpo. Se la posizione è corretta sarà l’inclinazione del pendio a distribuire naturalmente un maggior carico sullo sci esterno.
– Un moderato aumento della velocità può favorire il passaggio dallo spazzaneve al parallelismo degli sci.

Bronzo Introduzione

INTRODUZIONE

Premessa
In questo livello, come nei successivi, la progressione didattica descritta non è da intendere in maniera rigidamente sequenziale: un principiante con una particolare predisposizione per questo sport e una buona preparazione fisica, ad esempio, può essere avviato fin da subito alla curva base.

Per questo il maestro deve saper cogliere le potenzialità dell’allievo e proporre esercizi adeguati alle sue capacità, adattando la progressione tecnico-didattica al singolo caso.

Ricordiamo inoltre che si è scelto di descrivere la curva partendo dalla fine di quella precedente, perché le azioni motorie necessarie a realizzare la nuova curva dipendono da ciò che si è fatto prima.

Obbiettivo Tecnico
L’allievo principiante acquisirà le tecniche necessarie per sciare in sicurezza lungo piste di moderata pendenza, riducendo gradualmente l’apertura a spazzaneve, fino a raggiungere un completo parallelismo degli sci. 

Il primo obbiettivo tecnico consiste nell’eseguire una seria di curve a spazzaneve; si passa poi a una serie di virate e infine a una serie di curve base. 

Indicazioni Tecniche
In questa fase, i cambi di direzione dipendono essenzialmente dall’azione rotatoria dei piedinella direzione della traiettoria. Questa rotazione, che continua durante tutta la curva, è favorita dall’azione della parte alta del corpo, che collabora al mantenimento della centralità.

È importante che l’allievo ricerchi fin da subito la perpendicolarità del corpo col pendio, in modo da mantenere in tutta la curva la centralità, condizione indispensabile per ottenere un’azione fluida nell’esecuzione delle traiettorie.
Contenendo i movimenti verticali, che sono comunque importanti per assecondare la perdita di quota, si favorisce la ricerca della centralità, che a questo punto dell’apprendimento è talvolta problematica.
È bene ricordare che le velocità di avanzamento sono ridotte e le inerzie verticali quasi inesistenti: i movimenti alto-basso, con cui si gestiscono tali inerzie, sono quindi contenuti. Movimenti verticali troppo marcati potrebbero compromettere le corrette azioni motorie ( rotazioni degli arti inferiori ) e la centralità dello sciatore.
Per ricercare la perpendicolarità durante tutta la curva, è invece indispensabile gestire correttamente i movimenti antero-posteriore, in funzione delle variazioni di inclinazione del pendio.

Per quanto riguarda la parte alta del corpo,  a fine curva l’asse sagittale del busto deve trovarsi in direzione della punta dello sci esterno, cosi da favorire la diminuzione della presa di spigolo e creare i presupposti per la curva successiva. Inoltre, la linea delle spalle ( asse trasversale ) deve risultare parallela al pendio per la distribuzione ottimale del carico sugli sci.

Anche le braccia contribuiscono a mantenere l’equilibrio, rimanendo avanzate, semiflesse e distanziate dal corpo, con i bastoni paralleli tra loro e rivolti all’indietro.

Nella serie di virate, l’apertura a spazzaneve degli sci avviene contemporaneamente e diminuisce man mano che la velocità aumenta.
Con il progressivo incremento della velocità e il variare delle traiettorie di curva, il riavvicinamento anticipato degli sci è piu semplice, ma diventa fondamentale il controllo dell’inerzia rotazionale tramite l’angolazione.

Nell’esecuzione della serie di curve, la partenza può avvenire dalla diagonale o dalla massima pendenza. Se il pendio non permette di raggiungere la velocità ottimale, è meglio partire dalla massima pendenza. Questo diverso approccio comporta un’esecuzione differente della prima curva.